5 elementi legalmente imprescindibili per un sito professionale

Cosa deve avere un sito internet per essere ritenuto veramente professionale? Quale è la check-list per essere in regola con la legge e non incorrere…

Cosa deve avere un sito internet per essere ritenuto veramente professionale? Quale è la check-list per essere in regola con la legge e non incorrere in sanzioni legali?

Giorni fa, Massimo Vologni, uno dei miei contatti social – nonché ex-studente, mio docente e tutor di SQcuola di Blog, un grande professionista, uno di quelli che ogni volta che parlano ti mettono a riflettere e ti lasciano un insegnamento -, ha sollevato su Facebook la seguente questione: molti professionisti si propongono al pubblico on line come tali, alcuni, dice Massimo, identificati dal popolo del web anche come dei “guru”, ma il loro sito internet o blog manca di alcuni elementi eticamente, ma soprattutto, legalmente necessari.
Così, essendo appunto un’umile neo libera professionista, ho stilato la check-list in base ai suggerimenti di quel post di Massimo, ho controllato se ero in regola, e, laddove mi sono accorta di non esserlo, ho prontamente posto rimedio.

Ora condivido con te la check list dei 5 elementi legalmente imprescindibili per un sito professionale perché possa essere considerato tale.

La partita IVA in footer

Ho fatto una ricerca su Google per vedere, per mia curiosità, da quando è in vigore l’obbligo di dichiarare la partita Iva nei siti web professionali e aziendali. L’articolo 35 del D.P.R. 633/72, e successive modificazioni, prevede espressamente a decorrere dal 2001 l’obbligo dell’indicazione del numero di partita Iva nella home page del proprio sito web. Leggiamolo insieme:

Articolo 35
I soggetti che intraprendono l’esercizio di un’impresa, arte o professione nel territorio dello Stato, o vi istituiscono una stabile organizzazione, devono farne dichiarazione entro trenta giorni ad uno degli uffici locali dell’Agenzia delle Entrate ovvero ad un ufficio provinciale dell’imposta sul valore aggiunto della medesima Agenzia; la dichiarazione è redatta, a pena di nullità, su modelli conformi a quelli approvati con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate.
L’ufficio attribuisce al contribuente un numero di partita Iva che resterà invariato anche nelle ipotesi di variazioni di domicilio fiscale fino al momento della cessazione dell’attività e che deve essere indicato nelle dichiarazioni, nella home-page dell’eventuale sito web e in ogni altro documento ove richiesto.
[…]

Inoltre la R.M. 16 maggio 2006, n. 60/E sottolinea che la partita IVA va dichiarata anche per quei siti web, che, pur non essendo dedicati al commercio elettronico, sono però utilizzati per scopi pubblicitari.

…quindi: intervieni tempestivamente per esporre la tua partita IVA, provvedendo personalmente, se sei in grado, o contattando il tuo web master.
Attenzione! Per i titolari di ditte individuali o società è necessario dichiarare anche altre informazioni: codice fiscale, numero nel registro delle imprese, capitale sociale, ecc… informati!

Il banner che notifica l’utilizzo dei cookies

Se sul tuo sito hai aggiunto anche solo il codice per Google Analytics, allora il tuo sito fa uso di cookies. Esiste una norma europea, che ha acceso una discussione piuttosto folta e argomentata, in Rete. Il miglior articolo che ho letto al riguardo lo puoi trovare cliccando su questo link: qui si dice che abbiamo tempo fino al 2 giugno 2015, per adeguarci alla normativa ed essere in regola, avvisando i nostri utenti/lettori che il nostro sito fa uso di cookies, tramite un banner/pop up da far comparire sullo schermo, la prima volta (o periodicamente, alla scadenza del cookie) che essi capitano sulle nostre pagine. Come fare? Se ti muovi agilmente fra le pagine web e usi un CMS, puoi installare un plugin. Altrimenti, chiedi aiuto a qualcuno esperto per non combinare pasticci!

L’autorizzazione al trattamento dei dati sensibili

Se sul tuo sito esiste un form da compilare per farti contattare, per l’iscrizione alla tua newsletter oppure chiedi il nome o altri informazioni sensibili a chi lascia un commento sul tuo blog, hai l’obbligo di dichiarare che garantirai la riservatezza dei dati personali richiesti, come impone la legge, e di richiedere all’utente un consenso informato dopo aver letto l’informativa sulla tutela della privacy (che linkerai accanto al form o comunque renderai disponibile).

Rivendicare il copyright

Ogni contenuto pubblicato è coperto dal copyright. Ribadire che quanto è contenuto nel tuo sito è coperto dal copyright è un tuo diritto. Ho trovato questa utile guida sul web: ti lascio il link.

Il diritto morale di essere riconosciuto come autore di un’opera è inalienabile, irrinunciabile ed imprescrittibile. Ciò che si protegge o che si rivendica non è tanto l’idea, ma è il modo in cui tale idea è stata attuata, ha preso forma e si è materializzata nell’opera stessa.

Anche un sito web, essendo opera dell’ingegno, è soggetto al copyright e l’autore gode della tutela per ogni singolo contenuto, pertanto è un tuo diritto esplicitarlo (ricordando sempre che non è tutelata l’idea, ma la sua realizzazione), per “difendersi” dai furbetti!

Rispettare il copyright

Se rivendichi il copyright, rispetta anche il copyright. Sembra un gioco di parole, ma il concetto che c’è dietro è deontologicamente serio. Se ti ispiri a qualcuno, cita sempre la fonte. Se rivendichi il tuo diritto d’autore, rispetta anche quello degli altri. Se prendi un’immagine dal web – e le immagini sono i contenuti che con più frequenza vengono “rubati” -, a meno che non sia contrassegnata come riutilizzabile liberamente, anche modificata e per scopi commerciali, dovresti chiedere autorizzazione all’autore, e quantomeno citarlo come tale.

Conclusioni

Io spero di averti dato alcuni suggerimenti utili, anzi, ti chiedo: sai se occorre assolvere ad altri obblighi legali che qui non ho citato?

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